Avete da un po’ di tempo un dolore alla base della schiena di cui il medico vuole indagare in maniera più approfondita l’origine? È possibile che vi chieda di effettuare una risonanza magnetica lombo sacrale.
Risonanza magnetica: di cosa parliamo?
La risonanza magnetica nucleare (è questo il suo nome completo), permette di vedere l’interno del corpo umano senza effettuare incisioni o radiazioni ionizzanti, ma in maniera del tutto innocua. Praticamente priva di effetti collaterali e con pochissime controindicazioni, la risonanza magnetica fornisce immagini tridimensionali chiare e dettagliate dei cosiddetti tessuti molli e dei cosiddetti tessuti duri.
Risonanza magnetica lombo sacrale: cosa fa visualizzare?
La risonanza magnetica lombo sacrale permette di visualizzare la parte finale della colonna vertebrale e formulare diagnosi di patologie (come ad esempio ernia del disco, sciatalgia o tumori spinali), capire il perché di un dolore persistente alla zona lombare della schiena o magari comprendere la gravità di malformazioni congenite come la spina bifida.
Altri motivi per utilizzare la risonanza magnetica nucleare è un esame intraoperatorio, cioè un esame diagnostico svolto pochi istanti prima di un intervento chirurgico (tante volte ha luogo in sala operatoria), per osservare l’organo e i tessuti che saranno, pochi minuti più tardi, oggetto d’intervento.
La risonanza magnetica lombo sacrale intraoperatoria è una pratica eseguita molto di frequente poco prima di una delicata operazione al tratto terminale della colonna vertebrale.
Di solito, gli esami di risonanza magnetica lombo sacrale durano approssimativamente 20-30 minuti. L’impiego del mezzo di contrasto allunga la tempistica di qualche minuto. Una volta terminato l’esame il paziente può rivestirsi e fare ritorno a casa: nell’eventualità in cui sia stato impiegato il mezzo di contrasto, il rientro a casa può avvenire solo dopo 1-2 ore dal termine della procedura.