Calcoli biliari: cosa sono e come prevenirli

Ultimo aggiornamento: 13/08/2022

I calcoli biliari sono piccoli sassolini che si formano nella colecisti e che possono causare infiammazioni e conseguenze serie. Vediamo nello specifico quali sono le cause, i sintomi e come prevenirli.

CALCOLI BILIARI: CHE COSA SONO?

I calcoli biliari sono piccoli sassolini che si formano nella cistifellea (o colecisti), un organo che si trova sotto il fegato sul lato destro dell’addome. Questi sassolini, che si sviluppano per la sedimentazione (o cristallizzazione) della bile, possono creare un’infiammazione dolorosa con conseguenze nel tempo anche gravi.

CALCOLI BILIARI: QUALI SONO LE CAUSE?

Come anticipato, i calcoli biliari si formano a causa della sedimentazione della bile nella cistifellea dovuta alla presenza di colesterolo in eccesso. Il meccanismo all’origine non è ancora del tutto noto, ma sono chiari invece i fattori che possono incrementare il rischio d’insorgenza:

  • L’obesità;
  • Dimagrimento troppo rapido;
  • L’età (prevalente negli anziani);
  • Il sesso. Le donne hanno più probabilità di soffrirne rispetto agli uomini: l’uso di contraccettivi orali, la gravidanza, terapie ormonali a base di estrogeni, fanno aumentare i livelli di colesterolo e diminuire la mobilità della cistifellea.
  • Dieta povera di fibre e ricca di colesterolo e trigliceridi;
  • Diabete;
  • Alcuni farmaci (come quelli anti-colesterolo);
  • Disturbi intestinali cronici (Morbo di Crohn, colite ulcerosa);
  • Familiarità con la patologia.

CALCOLI BILIARI: QUALI SONO I SINTOMI?

I calcoli biliari possono manifestarsi con sintomi specifici o rimanere latenti per diversi anni. Tra i sintomi principali che il soggetto può accusare:

  • dolore improvviso e acuto nella parte destra dell’addome;
  • nausea e vomito;
  • febbre o brividi;
  • dolore alla schiena;
  • attacchi di diarrea;
  • pelle e occhi giallastri

CALCOLI BILIARI: DIAGNOSI E CURA

Nel caso di familiarità con la patologia o alla presenza di alcuni dei sintomi presentati, è opportuno sottoporsi a degli esami di laboratorio specifici (bilirubina, fosfatasi) per valutare la funzionalità epatica. Il medico può inoltre consigliare altri esami più approfonditi come l’ecografia addominale, la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica. Qualora i calcoli non presentino sintomi o disagi non si interviene con trattamenti specifici, saranno, infatti, sufficienti modifiche al proprio stile di vita e alla propria dieta per migliorare la situazione. Diverso è il trattamento per la calcolosi sintomatica, caratterizzata dalla presenza di sintomi cronici o probabili complicazioni. In questo caso, lo specialista potrà decidere se intervenire chirurgicamente per rimuovere la colecisti (colecistectomia) oppure somministrare medicinali per sciogliere i calcoli.

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