Gli incendi boschivi e le conseguenze sulla nostra salute

Ultimo aggiornamento: 29/08/2025
incendi boschivi

Incendi boschivi: purtroppo questo fenomeno sta diventando quasi una quotidianità. La combinazione di siccità prolungate, ondate di calore estreme e cattiva gestione del territorio rende le foreste sempre più vulnerabili alle fiamme. Ma gli incendi non sono solo una tragedia ambientale: il loro impatto si estende ben oltre la distruzione degli ecosistemi, arrivando a compromettere la salute delle persone, anche a distanza di centinaia di chilometri dal luogo dell’incendio. Il fumo generato dalla combustione di alberi, arbusti e materiali organici è infatti un mix complesso di gas tossici e particolato fine che, una volta inalato, penetra in profondità nei polmoni e può raggiungere il flusso sanguigno. Questo significa che le conseguenze non si limitano alle aree colpite, ma si diffondono attraverso l’aria, con un impatto sanitario diffuso e prolungato. L’estate che si sta avviando alla conclusione è stata da record per quanto riguarda gli incendi.

Inquinamento atmosferico e rischi respiratori degli incendi boschivi

Il principale pericolo legato al fumo degli incendi è rappresentato dal particolato fine, indicato con la sigla PM2.5. Queste particelle microscopiche sono in grado di superare le barriere naturali del nostro apparato respiratorio, depositandosi negli alveoli polmonari e innescando processi infiammatori. L’esposizione acuta può causare irritazioni alle vie respiratorie, tosse, mal di gola, congiuntivite e peggioramento di patologie già esistenti come asma e bronchite cronica. Le ricerche più recenti dimostrano che il fumo degli incendi è responsabile di un aumento dei ricoveri ospedalieri nelle giornate di scarsa qualità dell’aria, soprattutto tra anziani, bambini e persone con malattie croniche. Ma l’aspetto più preoccupante riguarda gli effetti a lungo termine: chi respira regolarmente aria contaminata da questi episodi presenta un rischio maggiore di sviluppare malattie respiratorie croniche, riduzione della funzionalità polmonare e persino tumori.

Il legame con le malattie cardiovascolari

Non bisogna dimenticare che il particolato fine non si ferma ai polmoni. Una volta entrato nel sangue, può contribuire a processi infiammatori sistemici e alla formazione di placche aterosclerotiche, aumentando così il rischio di malattie cardiache. Studi epidemiologici hanno messo in evidenza una correlazione tra ondate di inquinamento da incendi e un aumento degli episodi di infarto, ictus e scompensi cardiaci. Questo significa che gli incendi boschivi non rappresentano solo un pericolo immediato per chi vive nelle zone colpite, ma costituiscono un fattore di rischio diffuso e subdolo per tutta la popolazione esposta. Il cuore e i polmoni sono gli organi più vulnerabili, ma anche il sistema immunitario può risultare indebolito, rendendo l’organismo meno resistente alle infezioni.

Prevenzione e protezione della salute per gli incendi boschivi

Di fronte a un problema di questa portata, la prevenzione diventa fondamentale. Da un lato occorre ridurre le cause che alimentano gli incendi, come la crisi climatica e la gestione scorretta dei boschi, ma dall’altro è indispensabile adottare misure di protezione della salute pubblica. Le autorità sanitarie consigliano di monitorare costantemente la qualità dell’aria, limitare le attività all’aperto nei giorni di maggiore inquinamento, utilizzare mascherine filtranti in caso di esposizione prolungata e dotare le abitazioni di sistemi di filtraggio dell’aria. Nelle strutture sanitarie, la preparazione è altrettanto importante: rafforzare i servizi di emergenza durante le stagioni a rischio può ridurre l’impatto sui cittadini più fragili.

Una sfida per la sanità e per il benessere collettivo

Gli incendi boschivi, un tempo percepiti come catastrofi ambientali circoscritte, sono oggi un problema di salute pubblica globale. La loro gestione richiede un approccio integrato che metta al centro non solo la tutela del patrimonio naturale, ma anche la protezione delle persone. Investire in prevenzione significa salvaguardare ecosistemi, città e soprattutto la salute delle comunità. Il fumo tossico che si sprigiona dalle foreste in fiamme ci ricorda che il cambiamento climatico non è una minaccia lontana, ma una realtà che entra nei nostri polmoni e nel nostro cuore. Per questo la sanità ha il compito non solo di curare, ma anche di educare, sensibilizzare e accompagnare la popolazione verso comportamenti più consapevoli. La protezione della salute e il benessere delle persone non possono prescindere dalla difesa dell’ambiente.

Articolo a cura di:

Riccardo Pallotta

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