Osteopatia: che cos’è e perché è fondamentale per lo sportivo

Ultimo aggiornamento: 09/11/2021

Se ne parla molto, ma in pochi sanno davvero cos’è l’Osteopatia: possiamo definirla una medicina prettamente manuale, fondamentale per la valutazione, la diagnosi e il trattamento della persona. La sua particolarità è il concentrarsi sulla salute della persona piuttosto che sulla malattia.

Un po’ di storia: quando nasce l’Osteopatia

L’osteopatia nasce in America, dal medico Andrew Taylor Still, che è stato uno dei fondatori della Baker University, la più antica università quadriennale nello stato del Kansas e fondatore della American School of Osteopathy (ora A.T. Still University), prima scuola medica osteopatica del mondo, a Kirksville nel Missouri. Alla fine del XIX secolo, egli scoprì le relazioni esistenti tra l’equilibrio funzionale dell’insieme delle strutture del corpo e la salute. Ad oggi l’osteopatia è riconosciuta in molti Paesi anche in Europa, e piano piano si sta facendo strada anche in Italia.

Osteopatia: principi cardine

I principi cardine di cui l’osteopatia si avvale sono:

  • unità del corpo
  • autoguarigione
  • relazione struttura-funzione

UNITA’ DEL CORPO: il corpo umano è un insieme di strutture (ossee, muscolari, articolari, nervose, viscerali) e di apparati con funzioni differenti ma collegate tra di loro. Tutte le componenti del corpo lavorano sincronicamente e sinergicamente, e appunto per questo motivo possiamo intendere il corpo come una singola UNITA’. L’osteopata valuta sempre tutto il corpo del paziente, dalla testa fino alla pianta dei piedi.

AUTOGUARIGIONE: tutti ne siamo dotati. L’osteopatia incrementa il processo di autoguarigione ripristinando il movimento della struttura che non lavora bene. Tutti gli organi, tessuti e ossa sono dotati di un movimento intrinseco, ovviamente non visibile all’occhio umano, ma percepibile attraverso la palpazione dell’osteopata capace. Ed è proprio questo movimento che rappresenta, quando è fisiologico e privo di restrizioni, la salute della struttura stessa.

RELAZIONE STRUTTURA-FUNZIONE: ogni organo, muscolo o articolazione avrà maggior possibilità di restare in salute quanto migliore sarà la sua vascolarizzazione. L’osteopata, modulando il sistema mio-fascio-scheletrico, è capace di attivare questi meccanismi, pertanto: elasticità e movimento: struttura = funzione: vascolarizzazione

Infortuni: perché rivolgersi all’osteopata

Il trattamento osteopatico migliora la prestazione atletica attraverso il riequilibrio posturale, dal quale scaturiscono maggiore forza e velocità, agilità articolare, riduzione di dolore e stanchezza. L’osteopata risolve conseguenze di un trauma come contratture, distorsioni, dolori muscolari, dolori alla cervicale e alle spalle, emicranie, parestesie agli arti: non lavora sul dolore, ma sulla causa che lo genera. Attraverso la palpazione, l’osteopata è in grado di capire cosa sta funzionando male e manipolando il sistema connettivale che relaziona muscoli, ossa, vasi e nervi, stimola l’autoguarigione, sfruttando la naturale capacità del corpo di autoregolarsi. L’osteopatia previene infortuni e traumi da stress sportivo: l’osteopata è in grado di ottimizzare il corretto funzionamento e adattamento del nostro organismo, aiutandolo a mantenere a lungo termine le migliori condizioni di salute. Dunque, è consigliabile a tutti gli sportivi effettuare una visita osteopatica periodicamente, per mantenere una migliore qualità di vita, della prestazione e individuare e trattare eventuali problematiche disfunzionali che a lungo tempo possono causare problemi e portare le strutture del corpo all’usura.

Osteopatia e calcio

Negli ultimi anni sono sempre di più i professionisti calciatori che si affidano alla figura dell’osteopata. Ma quali sono i benefici che traggono i calciatori dall’osteopatia? Il trattamento osteopatico risulta efficace nel riportare l’organismo in una condizione di “equilibrio”, cercando di ridurre la probabilità di problematiche tipiche del calciatore quali pubalgia, lesioni muscolari, sindromi da overtraining e lombalgia. Questo implica una maggiore efficienza del rendimento sia durante la preparazione che in partita. Inoltre, ci sono alcune situazioni che pur non provocando limitazioni funzionali o dolori specifici al calciatore, lo costringono a scompensi strutturali che aumentano la probabilità di infortunio come ad esempio il rientro da un infortunio legato alla lesione del legamento crociato anteriore (ginocchio), porta il calciatore a sforzare e sovraccaricare, inconsciamente, il ginocchio controlaterale, in quanto per molto tempo non ha potuto usare la gamba infortunata. Tutto ciò comporta pertanto a degli scompensi muscolo-ligamentosi, che possono presentarsi sul bacino, sulle caviglie o addirittura proprio sul ginocchio controlaterale, al punto che, in diversi casi, molti calciatori dopo essere tornati da questo infortunio, vanno incontro alla lesione del crociato anteriore del ginocchio buono. Walter Martinelli, osteopata della Nazionale Italiana di calcio dice che “Molti giocatori “liberando” le strutture si sentono più sicuri nell’eseguire una corsa o un gesto tecnico e questo può risultare utile anche ai fini della prevenzione.

Osteopatia e tennis

Sono numerosi gli infortuni a cui può andare incontro il tennista (amatoriale o professionista). Ma come può essere utile l’osteopata al tennista? Prendiamo l’esempio di un tennista amatoriale che entra in uno studio osteopatico per un banale fastidio alla cervicale dovuto ad una contrattura muscolare. L’osteopata non andrà a valutare e trattare unicamente la cervicale sciogliendo la contrattura, ma andrà anche alla ricerca delle altre disfunzioni negli altri distretti corporei che mantengono contratta la cervicale, in modo che non capiti più nuovamente l’inconveniente. Pertanto, dopo aver effettuato dei test su tutte le strutture, l’osteopata scopre che a causa di un disallineamento del bacino il tennista appoggia la maggior parte del peso sulla gamba destra, creando uno squilibrio nella colonna vertebrale. Quindi durante il trattamento prima andrà a risolvere il problema al bacino, causa scatenante della comparsa della contrattura, e solo successivamente andrà a eliminare la tensione muscolare sulla schiena. Ovviamente tutto ciò vale anche per un dolore alle spalle, alle scapole, ai gomiti, ai polsi: questo perché l’osteopatia ha sempre un approccio globale al corpo umano e quindi non si esamina mai una sola struttura in se stessa, ma sempre in relazione a tutto l’organismo.

Osteopatia, pallavolo e pallacanestro

Anche per questi sport, seppur diversi fra loro, i principali problemi sono legati alle patologie da sovraccarico più che agli infortuni acuti. Gli atleti, in particolare i professionisti, sottoposti a calendari gravosi non hanno mai tempo a sufficienza per recuperare e sono soggetti a frequenti sovraccarichi (prevalentemente su colonna, ginocchio, spalla) che solo una prevenzione mirata, in accordo con il preparatore atletico, può ridurre. Qualora subentrino infortuni in acuto – lesioni e distorsioni – l’osteopata è a stretto contatto con il fisioterapista, il quale lo coadiuva con le sue manovre, mettendo in pratica tutte le tecniche che possano permettere un recupero nel minor tempo possibile. Comunque, il primo obiettivo dell’osteopata è sempre quello di monitorare, con scadenze prestabilite studiate caso per caso, la postura dell’atleta, per liberarlo da restrizioni che possono essere fonte di calo delle prestazioni e possono portare, alla lunga, a patologie del sistema muscolo-scheletrico (distorsioni, pubalgie, ecc); spesso, infatti, gli infortuni non sono altro che la manifestazione di squilibri, di origine traumatica o posturale, già presenti nell’atleta. Anche le problematiche muscolari necessitano di un intervento osteopatico. Non si interviene sul singolo muscolo ma si inserisce il trauma nella disfunzione di una catena muscolare. Questo agevola il recupero, riducendo al massimo le possibili recidive.

 

 

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