
- Quando è necessaria?
- Chi effettua la visita?
- Cosa prevede la visita?
- Cosa succede se si hanno patologie?
- La responsabilità del conducente
Rinnovare o conseguire la patente di guida è un passaggio importante che riguarda non solo l’idoneità tecnica alla guida, ma anche la salute fisica e mentale della persona. Per questo motivo è prevista una visita medica obbligatoria, che ha lo scopo di valutare se il soggetto è nelle condizioni psicofisiche necessarie per guidare in sicurezza, proteggendo sé stesso e gli altri utenti della strada.
Vediamo nel dettaglio che cos’è la visita medica di idoneità alla guida, quando si fa, cosa prevede e quali condizioni possono influenzarne l’esito.
Quando è necessaria?
La visita medica è obbligatoria in due casi principali:
- Per il conseguimento della patente, prima di sostenere l’esame di guida.
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Per il rinnovo della patente, con scadenze che variano in base all’età e al tipo di patente:
- ogni 10 anni fino ai 50 anni d’età;
- ogni 5 anni tra i 50 e i 70 anni;
- ogni 3 anni tra i 70 e gli 80 anni;
- ogni 2 anni dopo gli 80 anni.
Per le patenti professionali (come le categorie C, D, E), i controlli sono più frequenti.
Chi effettua la visita?
La visita viene svolta da un medico autorizzato dalla Motorizzazione Civile o da strutture sanitarie convenzionate, come le ASL, le autoscuole con medico interno, o ambulatori privati abilitati.
In caso di patologie particolari o invalidità, la valutazione può essere affidata alla Commissione Medica Locale, composta da più specialisti.
La visita di idoneità è un controllo semplice ma accurato, che include:
- Esame della vista: verifica dell’acutezza visiva, della capacità di vedere con entrambi gli occhi (anche con eventuali occhiali o lenti a contatto), della visione notturna e del campo visivo.
- Controllo dell’udito: è importante percepire adeguatamente i suoni, specie per guidatori professionisti.
- Valutazione delle condizioni generali: controllo della pressione arteriosa, eventuali segni di malattie cardiocircolatorie, respiratorie, neurologiche o muscolo-scheletriche che possano compromettere la guida.
- Esame neurologico e psicologico di base: osservazione dello stato mentale, dei riflessi, della coordinazione, dell’equilibrio e dell’orientamento spazio-temporale.
- Colloquio clinico: il medico pone domande su eventuali patologie, uso di farmaci, interventi chirurgici, disturbi psichici o dipendenze da alcol o sostanze.
Cosa succede se si hanno patologie?
Avere una malattia non implica automaticamente la perdita della patente. Tuttavia, alcune condizioni possono richiedere:
- Rinnovi più frequenti;
- Certificazioni specialistiche integrative (per esempio da parte di cardiologi, diabetologi, neurologi);
- Esami aggiuntivi, come test cognitivi, prove visive o valutazioni psicologiche;
- Limitazioni (guida solo di giorno, con occhiali, in area urbana, ecc.).
Le patologie più valutate sono: epilessia, diabete, malattie cardiovascolari, problemi di vista o udito, disturbi psichiatrici, uso cronico di farmaci che alterano la vigilanza, dipendenze.
La responsabilità del conducente
È fondamentale che chi guida sia consapevole del proprio stato di salute. In caso di peggioramento delle condizioni psico-fisiche, è dovere del conducente informare le autorità competenti e sottoporsi a nuove valutazioni.
La visita medica per la patente non è un ostacolo burocratico, ma uno strumento di prevenzione e sicurezza per tutti. Mantenere aggiornato il proprio stato di salute, essere trasparenti con i medici e seguire eventuali indicazioni è il modo migliore per continuare a guidare responsabilmente. La sicurezza stradale inizia proprio da qui: dal prendersi cura di sé.







