Patente e salute: cosa prevede la visita medica di idoneità

Ultimo aggiornamento: 24/06/2025

Rinnovare o conseguire la patente di guida è un passaggio importante che riguarda non solo l’idoneità tecnica alla guida, ma anche la salute fisica e mentale della persona. Per questo motivo è prevista una visita medica obbligatoria, che ha lo scopo di valutare se il soggetto è nelle condizioni psicofisiche necessarie per guidare in sicurezza, proteggendo sé stesso e gli altri utenti della strada.

Vediamo nel dettaglio che cos’è la visita medica di idoneità alla guida, quando si fa, cosa prevede e quali condizioni possono influenzarne l’esito.

Quando è necessaria?

La visita medica è obbligatoria in due casi principali:

  • Per il conseguimento della patente, prima di sostenere l’esame di guida.
  • Per il rinnovo della patente, con scadenze che variano in base all’età e al tipo di patente:
    • ogni 10 anni fino ai 50 anni d’età;
    • ogni 5 anni tra i 50 e i 70 anni;
    • ogni 3 anni tra i 70 e gli 80 anni;
    • ogni 2 anni dopo gli 80 anni.

Per le patenti professionali (come le categorie C, D, E), i controlli sono più frequenti.

Chi effettua la visita?

La visita viene svolta da un medico autorizzato dalla Motorizzazione Civile o da strutture sanitarie convenzionate, come le ASL, le autoscuole con medico interno, o ambulatori privati abilitati.

In caso di patologie particolari o invalidità, la valutazione può essere affidata alla Commissione Medica Locale, composta da più specialisti.

La visita di idoneità è un controllo semplice ma accurato, che include:

  • Esame della vista: verifica dell’acutezza visiva, della capacità di vedere con entrambi gli occhi (anche con eventuali occhiali o lenti a contatto), della visione notturna e del campo visivo.
  • Controllo dell’udito: è importante percepire adeguatamente i suoni, specie per guidatori professionisti.
  • Valutazione delle condizioni generali: controllo della pressione arteriosa, eventuali segni di malattie cardiocircolatorie, respiratorie, neurologiche o muscolo-scheletriche che possano compromettere la guida.
  • Esame neurologico e psicologico di base: osservazione dello stato mentale, dei riflessi, della coordinazione, dell’equilibrio e dell’orientamento spazio-temporale.
  • Colloquio clinico: il medico pone domande su eventuali patologie, uso di farmaci, interventi chirurgici, disturbi psichici o dipendenze da alcol o sostanze.

Cosa succede se si hanno patologie?

Avere una malattia non implica automaticamente la perdita della patente. Tuttavia, alcune condizioni possono richiedere:

  • Rinnovi più frequenti;
  • Certificazioni specialistiche integrative (per esempio da parte di cardiologi, diabetologi, neurologi);
  • Esami aggiuntivi, come test cognitivi, prove visive o valutazioni psicologiche;
  • Limitazioni (guida solo di giorno, con occhiali, in area urbana, ecc.).

Le patologie più valutate sono: epilessia, diabete, malattie cardiovascolari, problemi di vista o udito, disturbi psichiatrici, uso cronico di farmaci che alterano la vigilanza, dipendenze.

La responsabilità del conducente

È fondamentale che chi guida sia consapevole del proprio stato di salute. In caso di peggioramento delle condizioni psico-fisiche, è dovere del conducente informare le autorità competenti e sottoporsi a nuove valutazioni.

La visita medica per la patente non è un ostacolo burocratico, ma uno strumento di prevenzione e sicurezza per tutti. Mantenere aggiornato il proprio stato di salute, essere trasparenti con i medici e seguire eventuali indicazioni è il modo migliore per continuare a guidare responsabilmente. La sicurezza stradale inizia proprio da qui: dal prendersi cura di sé.

Articolo a cura di:

Daniela Zepponi

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