Sanità resiliente: prepararsi oggi agli impatti del clima

Ultimo aggiornamento: 20/09/2025
Sanità resiliente

Il cambiamento climatico non è più un problema per il futuro remoto: è già qui, e le strutture sanitarie – ospedali, cliniche private, centri di riabilitazione – devono essere pronte a rispondere a effetti sempre più frequenti e intensi come ondate di calore, inondazioni, emergenze sanitarie legate alla qualità dell’aria, eventi meteorologici estremi. Qui sotto alcune strategie concrete per rendere una struttura sanitaria resiliente e capace di proteggere la salute dei pazienti, del personale e della comunità.

Perché la resilienza è urgente per la sanità

Le evidenze scientifiche mostrano che eventi climatici estremi non solo mettono in pericolo vite umane, ma minacciano anche le strutture stesse: blackout, danni alle infrastrutture, interruzione delle catene di approvvigionamento, aumento delle malattie infettive, maggior carico per il personale sanitario. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha elaborato un quadro operativo che invita i sistemi sanitari del mondo intero ad adattarsi attivamente ai rischi climatici e a ridurre le proprie emissioni di gas serra, visto che il settore sanitario contribuisce per quasi il 5% delle emissioni globali.

Strategie strutturali e operative per una sanità resiliente

Una struttura sanitaria resiliente si costruisce su due livelli: infrastrutture-adattamento e processi organizzativi-prevenzione. Infrastrutture e adattamento fisico: Le cliniche e gli ospedali devono essere progettati o adattati per resistere a eventi estremi. Questo può includere sistemi di raffreddamento efficienti per gestire ondate di calore, un’adeguata impermeabilizzazione contro le inondazioni, installazione di pannelli fotovoltaici per garantire energia anche durante blackout, isolamento termico per ridurre gli sbalzi di temperatura interni.

Anche aree verdi intorno alla struttura aiutano a mitigare il caldo e migliorano la qualità dell’aria. Ridondanza e continuità operativa: È fondamentale prevedere sistemi di backup: generatori di emergenza, serbatoi per acqua pulita, scorte di farmaci critici, approvvigionamenti alternativi. Devono esserci piani aggiornati per l’evacuazione, la gestione delle emergenze climatiche, e procedure chiare su come operare in condizioni avverse.

Prevenzione, sorveglianza e sistemi di allerta

Prevedere è meglio che correre ai ripari. La sanità resiliente deve avere strutture integrate in sistemi locali o regionali di allerta per rischi climatici come caldo estremo, incendi, inquinamento, qualità dell’aria, eventi meteorologici improvvisi. Progetti come healthRiskADAPT (finanziato da EU / Horizon Europe) puntano proprio a dotare città e strutture sanitarie di indicatori territoriali e sanitari utili a prevedere rischi e pianificare azioni preventive. La sorveglianza epidemiologica deve includere malattie sensibili al clima (es: malattie trasmesse da vettori come zanzare), problemi respiratori, stress da caldo, eventi acuti legati a inquinamento. Una buona raccolta dati permette di attivare subito risposte adeguate, salvando vite e risorse.

Ridurre l’impatto ambientale del settore sanitario

Un aspetto spesso sottovalutato è che anche il sistema sanitario stesso contribuisce al cambiamento climatico. È importante che le strutture sanitarie adottino pratiche sostenibili: uso di energia rinnovabile, efficientamento energetico, illuminazione LED, riduzione del consumo di acqua, gestione sostenibile dei rifiuti, scelta di fornitori con politiche ambientali responsabili. In Toscana, per esempio, alcune strutture sanitarie stanno già adottando queste strategie per ridurre la propria impronta ecologica.

Il ruolo del personale sanitario e della formazione

Il personale sanitario è in prima linea sia negli interventi clinici sia nella prevenzione. Serve una formazione specifica che includa nozioni sui rischi climatici, su come riconoscere sintomi legati al calore, alle ondate di calore, alle malattie emergenti connesse all’ambiente, su protocolli di sicurezza in caso di emergenza meteo. Il coinvolgimento attivo degli operatori contribuisce anche a sensibilizzare pazienti e comunità sui comportamenti individuali che possono aiutare: idratazione, protezione dal sole, evitare esposizioni inutili.

Sostenibilità economica e sanità resiliente

Adattare strutture sanitarie richiede investimenti, ma questi possono essere ammortizzati nel tempo grazie a risparmi energetici, minori danni, minore sovraccarico dei servizi nei periodi critici. Inoltre, le strutture sanitarie possono collaborare con reti pubbliche, enti locali, università e ONG per condividere risorse, tecnologie, esperienze di resilienza. Anche il sostegno a politiche governative che promuovono finanziamenti e incentivi fiscali per strutture resilienti è fondamentale. Una sanità resiliente non è un lusso, ma una necessità urgente.

Prepararsi oggi significa proteggere le vite domani, ridurre danni evitabili, garantire che le cure non vengano interrotte durante le crisi climatiche. Per una struttura sanitaria, adottare strategie di adattamento, riduzione dell’impatto ambientale, sorveglianza e gestione del rischio non è solo responsabilità sociale, ma anche segno di eccellenza e lungimiranza. Il cambiamento climatico impone nuove sfide: serve una sanità che non solo cura, ma prevede, resiste e protegge.

Articolo a cura di:

Riccardo Pallotta

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