Wi-Fi e cefalee: ecco cosa dice la scienza

Ultimo aggiornamento: 21/07/2025

Con la crescente diffusione del Wi-Fi in case, uffici e spazi pubblici, è aumentato anche l’interesse — e in alcuni casi la preoccupazione — per i possibili effetti sulla salute umana.
Tra i sintomi più frequentemente citati da chi sostiene di essere sensibile ai campi elettromagnetici, c’è il mal di testa.
In questo articolo verrà trattato questo argomento, mettendo in evidenza ciò che la scienza e le principali organizzazioni sanitarie sostengono a riguardo.

Cos’è il Wi-Fi e come funziona

Il Wi-Fi (Wireless Fidelity) utilizza onde radio a bassa intensità per trasmettere dati senza fili.
Queste onde rientrano nel campo delle radiazioni non ionizzanti, simili a quelle emesse da telefoni cellulari, microonde e radiotrasmettitori.
La potenza tipica di un router Wi-Fi domestico è intorno ai 100 mW, ben al di sotto dei limiti di sicurezza stabiliti dalle agenzie sanitarie.

Ipersensibilità elettromagnetica (EHS)

Alcune persone riferiscono sintomi come mal di testa, stanchezza, vertigini e difficoltà di concentrazione quando si trovano in ambienti con Wi-Fi o altri dispositivi che emettono onde elettromagnetiche. Questa condizione è chiamata ipersensibilità elettromagnetica (EHS).

È riconosciuta dall’OMS come una condizione reale, ma non come una malattia medica causata direttamente dai campi elettromagnetici, perché gli studi non hanno ancora trovato una connessione scientificamente provata tra i sintomi e l’esposizione ad onde elettromagnetiche.

Tuttavia, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), “non ci sono evidenze scientifiche convincenti che colleghino i sintomi dell’EHS all’esposizione a campi elettromagnetici“.

L’ICNIRP afferma che è stata condotta una notevole quantità di ricerche sulla relazione tra campi elettromagnetici ed effetti sulla salute, come: mal di testa, difficoltà di concentrazione, qualità del sonno, funzione cognitiva o effetti cardiovascolari. In definitiva, questi studi non hanno dimostrato alcun effetto sulla salute e l’unico risultato osservato in modo coerente è un piccolo effetto sull’attività cerebrale misurato dall’elettroencefalografia (EEG).

Effetto nocebo ed elettrosensibilità

Molte persone che si definiscono elettrosensibili riferiscono sintomi come mal di testa, stanchezza, difficoltà di concentrazione, vertigini o disturbi del sonno quando sono esposte a campi elettromagnetici (come quelli emessi da cellulari, Wi-Fi, linee elettriche, ecc.). Tuttavia, numerosi studi scientifici hanno mostrato che questi sintomi si presentano anche quando la persona crede di essere esposta, ma in realtà non lo è.

Questo fenomeno può essere spiegato con il cosiddetto effetto nocebo. Il termine “nocebo” è l’opposto del più noto “placebo”: se il placebo è un miglioramento fisico o psicologico dovuto alla convinzione che un trattamento sia benefico, il nocebo è l’effetto negativo che deriva dalla convinzione che qualcosa sia dannoso.

In pratica, se si ha la convinzione che un certo fattore (come un’antenna o un router Wi-Fi) sia pericoloso per la salute, questa convinzione può causare ansia, stress e di conseguenza sintomi fisici reali, anche in assenza di un vero pericolo. Il corpo reagisce come se fosse davvero sotto attacco, anche se lo stimolo “nocivo” non c’è.

Consigli precauzionali

Nonostante la mancanza di prove definitive, alcuni esperti suggeriscono misure precauzionali per coloro che soffrono di cefalea frequente, come ad esempio utilizzare il telefono fisso con il filo o il cellulare in modalità vivavoce; spegnere il Wi-Fi durante le ore notturne, mentre si dorme e soprattutto limitare l’uso dei dispositivi elettronici nei bambini, maggiormente sensibili alle onde elettromagnetiche.

Linee guida ufficiali e limiti di esposizione

L’ICNIRP e l’OMS, hanno stabilito limiti di esposizione per proteggere la popolazione. Questi limiti sono molto più bassi rispetto ai livelli che potrebbero causare effetti sulla salute degli esseri umani e sono centinaia di volte più bassi rispetto alle soglie in cui iniziano a comparire questi effetti. Questo significa che anche un’esposizione costante ai campi elettromagnetici nella vita quotidiana (come da telefoni, Wi-Fi, elettrodomestici) rimane ben al di sotto dei livelli considerati potenzialmente rischiosi.

Conclusioni

Ad oggi, non esistono prove scientifiche solide che dimostrino una relazione causale tra esposizione al Wi-Fi e il mal di testa. Tuttavia, questo non significa che i sintomi riportati da alcune persone non siano reali: vanno sempre ascoltati e, se persistenti, discussi con un medico.

Articolo a cura di:

Laura Sasso

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