Il ruolo della neuropsichiatria infantile nella valutazione della crescita. Conversazione con la Dott.ssa Nelia Zamponi

Ultimo aggiornamento: 22/02/2025

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L’infanzia e l’adolescenza sono da sempre le fasi della vita più sensibili all’ambiente e al contesto dove bambini e ragazzi vivono, con riflessi nella loro psiche e nella formazione del carattere.  La fragilità e la vulnerabilità di quelle età è stata sempre molto attenzionata dalle scienze sociali e mediche, poiché l’adulto avrà delle caratteristiche che quasi sempre hanno radici proprio nei primi anni di vita. Tutto questo nelle varie fasi storiche tende a subire dei cambiamenti e delle evoluzioni che devono essere sempre molto ben evidenziate e studiate per far sì che i bambini e i giovani crescano nella maniera migliore. Nel periodo che stiamo vivendo le problematiche sembrano ancora più accentuate. Ne parliamo con la Dott.ssa Nelia Zamponi, specialista pediatra e neuropsichiatra infantile, già Direttore SOD Neuropsichiatria Infantile e Centro Regionale Epilessia Infantile Ospedali Riuniti ANCONA, oggi consulente presso Associati Fisiomed.

Di che cosa si occupa il neuropsichiatra infantile?

“La Neuropsichiatria Infantile o, più correttamente, la Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, è una branca specialistica della Medicina che si occupa della diagnosi e del trattamento dei disturbi neurologici e neuropsichiatrici che insorgono nella fascia di età compresa fra 0-18 anni

Quali sono le patologie neuropsichiatriche più frequenti?

“Per quanto attiene la patologia neurologica, le epilessie e le cefalee rappresentano i disturbi che più frequentemente richiedono una consultazione specialistica a causa della loro prevalenza nella popolazione pediatrica e della peculiarità dei loro aspetti rispetto all’età adulta- spiega la Dott.ssa ZamponiAnche il disturbo da tIc, le lipotimie, le sincopi, le vertigini, i disturbi muscolari sono motivo piuttosto frequente di consultazione ambulatoriale.  A livello ospedaliero accedono, invece, la patologia neurologica acuta e le patologie neurologiche/neuromuscolari di maggiore complessità (traumi cranici, tumori, epilessie gravi, ictus, paralisi cerebrali infantili, malattie degenerative…). Per quanto attiene la patologia neuropsichiatrica- aggiunge la Dott.ssa Zamponi– i disturbi del neurosviluppo e i disturbi psichiatrici sono i motivi di presa in carico diagnostica e terapeutica di maggiore rilevanza.
I disturbi del neurosviluppo sono molteplici e di gravità variabile: ritardi di sviluppo psicomotorio, disturbo del linguaggio, disturbo di spettro autistico, disturbi specifici di apprendimento, disturbi comportamentali richiedono una individuazione precoce e una tempestiva presa in carico multidisciplinare al fine di garantire una evoluzione neuropsichica positiva, un adeguato raggiungimento degli obiettivi accademici e una piena autonomia personale”.

L’incidenza delle patologie neuropsichiatriche è stabile nel tempo?

“No- afferma la Dott.ssa Zamponi– Negli ultimi anni si è assistito a un sostanziale aumento dell’incidenza dei disturbi del neurosviluppo e dei disturbi psichiatrici in età adolescenziale.
Sono soprattutto aumentate le diagnosi e le richieste di intervento per i disturbi specifici di apprendimento (DSA).  Le stime epidemiologiche collocano i DSA tra il 5% e il 12% dei pazienti in età scolare.  Si tratta di situazioni in cui si rilevano difficoltà nell’acquisizione e utilizzazione della lettura, della scrittura e del calcolo a fronte di una normale dotazione intellettiva. L’origine è di natura neurobiologica, il riconoscimento è indispensabile ai fini di mettere in atto tutte le misure compensative/dispensative previste dalla legge finalizzate al raggiungimento di adeguati livelli di apprendimento e di un armonico sviluppo della personalità.
Sono altresì in aumento le diagnosi di Disturbo da Deficit di attenzione con iperattività (ADHD) e le diagnosi di Disturbo di Spettro Autistico (ASD)– prosegue la Dott.ssa Zamponi– L’incremento riguarda anche e in maniera molto consistente i disturbi psichiatrici in età adolescenziale.  Ansia, depressione, disturbi della condotta, dipendenze, disturbi del comportamento alimentare (DCA), sono purtroppo divenute motivo di consultazione molto frequente con enormi difficoltà di trattamento e presa in carico territoriale e ospedaliera”.

Quali sono le cause della aumentata incidenza di disturbi psichiatrici e del neurosviluppo?

“Vengono chiamati in causa molti elementi interconnessi fra loro: la rapidità dei mutamenti sociali, il crollo di modelli e valori di riferimento, i social media, la rete, l’intelligenza artificiale, il lockdown pandemico hanno comportato un cambiamento rapido con conseguente enorme fatica a riconoscere l’autorità, a confrontarsi con i pari e con un’altissima ansia sociale.
Il bullismo, il cyberbullismo, la dissociazione tra l’immagine sui social e l’immagine reale di se’ rappresentano esperienze negative sempre più frequenti e precoci. Le amicizie virtuali vengono preferite alle più faticose relazioni amicali del mondo reale, tanto da determinare frequentemente un vero e proprio ritiro sociale.
Anche per quanto riguarda le funzioni neuropsicologiche- aggiunge la Dott.ssa Zamponi– l’esposizione precoce a smartphone e social media induce mutamenti importanti: questi ragazzi, fin da piccoli, mostrano tempi attentivi molto più brevi, sono molto più veloci, ma surfano sulle informazioni, non vanno in profondità. La realtà diviene quella della rete: tutto è veloce, le risposte arrivano subito, senza interesse di approfondimento, senza sforzo di memorizzazione, senza interiorizzazione.
Alla lunga, queste modalità possono interferire notevolmente con le tecniche di insegnamento tradizionale e con le richieste della scuola generando disagio psicologico e difficoltà di apprendimento”. Conclude la neuropsichiatra.

Articolo a cura di:

Elisa Scoccia

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