
L’innalzamento dei mari sta aumentando a causa del cambiamento climatico, in particolare per via dello scioglimento dei ghiacci e dell’espansione termica degli oceani. Secondo i dati dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), entro la fine del secolo si potrebbe registrare un innalzamento di circa un metro se le emissioni globali non saranno contenute. Un metro che, in molte aree del mondo, significa scomparsa di territori costieri, perdita di case, infrastrutture e mezzi di sostentamento. Ma ciò che spesso si sottovaluta è l’impatto diretto e indiretto che tutto questo può avere sulla salute pubblica.
Inondazioni e contaminazioni: un rischio concreto
Le inondazioni costiere, causate dall’innalzamento dei mari e da eventi meteorologici estremi sempre più frequenti, rappresentano una delle principali minacce per la salute. Non si tratta solo di danni materiali, ma anche di contaminazioni delle risorse idriche, diffusione di malattie infettive e problemi sanitari legati alla perdita di servizi essenziali. Quando l’acqua salata penetra nelle falde acquifere, le fonti di acqua potabile vengono compromesse. Questo fenomeno, noto come “intrusione salina”, può rendere l’acqua inutilizzabile sia per il consumo umano che per l’agricoltura. A ciò si aggiungono i rischi legati alla dispersione di sostanze tossiche presenti nei suoli o nelle infrastrutture danneggiate, che finiscono per inquinare l’ambiente circostante.
Malattie e vettori: l’ambiente che cambia favorisce la diffusione
L’alterazione degli ecosistemi costieri può favorire la proliferazione di insetti vettori di malattie, come zanzare e zecche. Temperature più alte e ambienti più umidi creano condizioni favorevoli alla diffusione di patologie come dengue, chikungunya, Zika e il virus del Nilo Occidentale che proprio in questo periodo sta colpendo varie parti d’Italia. Le aree costiere, se sommerse o cronicamente umide, possono trasformarsi in habitat ideali per questi vettori. Aumentano anche le infezioni causate da agenti patogeni che prosperano in acque calde e poco salubri, come le infezioni gastrointestinali dovute a batteri coliformi, o i rischi legati al contatto con acque contaminate. Inoltre, la difficoltà di accedere a servizi medici durante e dopo un evento estremo può aggravare ulteriormente il quadro sanitario.
Salute mentale e dislocamento: gli effetti invisibili
L’innalzamento dei mari non si traduce solo in danni fisici. Quando una comunità perde la propria casa o il proprio lavoro a causa di una crisi ambientale, si innescano traumi psicologici profondi. Ansia, depressione, stress post-traumatico e altre forme di disagio mentale sono in aumento tra le popolazioni colpite da eventi climatici estremi o da fenomeni di migrazione forzata. Il dislocamento forzato, in alcuni casi permanente, di intere comunità può inoltre rompere legami familiari e sociali, creando isolamento e mancanza di supporto. Gli effetti sulla salute mentale sono spesso sottovalutati, ma costituiscono una delle principali sfide sanitarie legate alla crisi climatica.
Le comunità vulnerabili: i più esposti ai rischi
Le fasce di popolazione più fragili, come anziani, bambini, persone con malattie croniche o disabilità, sono quelle che subiscono in modo più diretto e grave le conseguenze dell’innalzamento dei mari. Spesso vivono in abitazioni meno sicure, hanno meno accesso a informazioni e risorse, e faticano a ricevere assistenza sanitaria tempestiva. Anche le comunità costiere a basso reddito sono tra le più colpite: in molte aree del mondo vivono in prossimità dell’acqua per motivi economici, ma sono le meno attrezzate per fronteggiare alluvioni, evacuazioni e ricollocamenti.
Prevenzione e resilienza: la salute pubblica come priorità
È urgente che la salute pubblica venga posta al centro delle politiche di adattamento climatico. Costruire infrastrutture resilienti, rafforzare i sistemi sanitari locali, migliorare la qualità delle acque e dei servizi igienico-sanitari sono misure fondamentali. Allo stesso tempo, è essenziale investire nella formazione degli operatori sanitari e nella preparazione delle comunità a rispondere a eventi climatici estremi. L’informazione e la consapevolezza sono strumenti altrettanto potenti: comprendere i legami tra clima e salute aiuta a intervenire in modo tempestivo e a proteggere le persone più vulnerabili.
Conclusioni
L’innalzamento dei mari non è solo una minaccia ambientale o economica, ma una vera e propria emergenza sanitaria. Le comunità costiere sono in prima linea, esposte a rischi crescenti e complessi. Proteggere la loro salute significa proteggere tutti noi, perché la crisi climatica non conosce confini. Prevenire oggi è l’unico modo per curare domani.