L’ondata di calore che ha investito l’Europa tra giugno e luglio ha causato molte più vittime di quanto riportato ufficialmente, secondo uno studio condotto dall’Imperial College di Londra e dalla London School of Hygiene & Tropical Medicine,. Tra le città più colpite figura Milano, indicata come uno degli epicentri europei dell’eccesso di mortalità legato alle alte temperature. Questo dato, allarmante, richiama l’attenzione sull’impatto sempre più evidente delle temperature estreme sulla salute umana, in particolare sul sistema cardiovascolare. In un contesto in cui i cambiamenti climatici rendono le estati sempre più torride e prolungate, diventa fondamentale comprendere come proteggere cuore e arterie, soprattutto tra le persone più fragili.
Il caldo e il cuore: come agisce sul sistema cardiovascolare
Durante le ondate di calore l’organismo compie sforzi notevoli per mantenere la temperatura corporea entro limiti accettabili. Il cuore lavora di più per garantire una migliore circolazione sanguigna verso la pelle, favorendo la dispersione termica. Tale sovraccarico può precipitare eventi acuti in chi soffre di cardiopatia preesistente, soprattutto se accompagnato da disidratazione che altera l’equilibrio idrosalino e aumenta il rischio di aritmie. L’esposizione simultanea a inquinamento atmosferico elevato e temperature estreme rappresenta una combinazione particolarmente pericolosa.
Una ricerca pubblicata su Circulation ha rivelato che in presenza di alti livelli di particolato fine (PM) le ondate di calore raddoppiano il rischio di decesso per infarto. Questo effetto sinergico evidenzia la necessità di monitorare congiuntamente clima e qualità dell’aria. Nonostante tutti possano subire conseguenze negative, le categorie più fragili sono chiaramente identificate: gli anziani, le persone con malattie cardiovascolari o respiratorie croniche, chi vive in condizioni socioeconomiche svantaggiate e le donne. Tra loro, gli over 85 risultano particolarmente vulnerabili, con un aumento della mortalità anche del 20‑30 % durante le ondate di caldo più intense.
Il peso concreto delle temperature estreme sulla salute
Secondo uno studio pubblicato su European Journal of Preventive Cardiology, nel 2019 quasi 93 000 decessi cardiovascolari nel mondo sono stati attribuiti esclusivamente alle temperature elevate. Se si considera il dato globale relativo a temperature non ottimali (sia alte che basse), il numero dei decessi associati a malattie del cuore supera il milione e 200 mila casi annui (Fondazione Veronesi). In Italia, studi nazionali stimano un aumento della mortalità estiva fino al 15 % tra gli over 65 in città di media e grande entità durante luglio e agosto.
Da oltre un decennio il Ministero della Salute attiva ogni estate il Piano Nazionale di Prevenzione degli effetti del caldo. Ogni giorno vengono pubblicati bollettini sul sito istituzionale per segnalare il livello di rischio per ogni città. Le persone con patologie croniche vengono identificate come prioritarie nell’informazione e nella sorveglianza sanitaria territoriale particolare, i Medici di Medicina Generale sono chiamati a monitorare pazienti fragili, fornendo visite domiciliari e consigli personalizzati .
Prevenzione e comportamenti corretti per le ondate di calore
La prevenzione parte dalla diffusione di buone abitudini: è fondamentale bere acqua regolarmente, indossare abiti leggeri, evitare l’attività fisica nelle ore centrali della giornata e trascorrere tempo in ambienti freschi, ombreggiati o climatizzati. La sensibilizzazione pubblica viene supportata da campagne come quella promossa da Croce Rossa Italiana e Legambiente, che favoriscono l’accesso alle informazioni e l’assistenza per soggetti fragile.
Chi convive con una malattia cardiaca dovrebbe prestare particolare attenzione: è consigliabile monitorare la pressione arteriosa con regolarità, controllare il peso corporeo per individuare edemi o ritenzione idrica e consultare il medico per eventuali aggiustamenti della terapia farmacologica durante i periodi più caldi. Idratazione regolare è essenziale, ma va gestita attentamente in caso di diuretici o altre terapie specifiche.
Gestione clinica e collaborazione interdisciplinare in conclusione
Gli operatori sanitari hanno il compito di riconoscere tempestivamente i sintomi da stress da calore, ipotensione ortostatica, crampi, confusione mentale o situazione di lipotimia. L’accesso alle cure e l’informazione mirata sono fondamentali: la sorveglianza domiciliare, il supporto psicologico e la gestione integrata delle cure svolgono un ruolo cruciale per proteggere le persone vulnerabili. L’impatto delle ondate di calore sulla salute cardiovascolare è ormai scientificamente dimostrato e rappresenta una sfida crescente per il sistema sanitario.
Informazione attiva, strategie preventive, supporto alle persone fragili e collaborazione tra professionisti sanitari e comunità sono strumenti indispensabili per limitare i danni. In particolare, per i pazienti cardiopatici una gestione attenta e personalizzata può fare la differenza tra una stagione estiva tranquilla e una crisi acuta. La prevenzione rimane la chiave per proteggere il cuore anche nei giorni più caldi dell’anno.