Ipertensione: quali esami fare per riconoscerla e come affrontarla

Ultimo aggiornamento: 09/12/2024

L’ipertensione arteriosa, comunemente conosciuta come “pressione alta”, è una condizione molto diffusa che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Spesso definita un “killer silenzioso”, l’ipertensione può non presentare sintomi evidenti per anni, ma rappresenta uno dei principali fattori di rischio per malattie cardiovascolari, ictus e insufficienza renale. Riconoscerla tempestivamente e gestirla adeguatamente è fondamentale per prevenire complicanze.

Cosa si intende per ipertensione?

L’ipertensione è caratterizzata da un aumento persistente della pressione del sangue nelle arterie. I valori ottimali della pressione arteriosa sono generalmente inferiori a 120/80 mmHg. Si parla di ipertensione quando i valori superano i 140/90 mmHg in misurazioni ripetute.

La condizione può essere primaria (senza una causa precisa, spesso legata a fattori genetici e stile di vita) o secondaria, quando è associata a patologie sottostanti come malattie renali, disturbi ormonali o uso di farmaci specifici.

Esami diagnostici per l’ipertensione

Il primo passo per riconoscere l’ipertensione è la misurazione regolare della pressione arteriosa. Tuttavia, per una diagnosi completa, è necessario integrare questa valutazione con altri esami:

  1. Misurazione ripetuta della pressione:
    • Utilizzo di uno sfigmomanometro, meglio se elettronico e validato clinicamente.
    • Misurazioni in diverse condizioni (a riposo, durante la giornata, in ambienti diversi) per escludere la “ipertensione da camice bianco”.
    • Monitoraggio Ambulatoriale della Pressione Arteriosa: un dispositivo registra i valori per 24 ore, utile per identificare l’ipertensione notturna o episodica.
  2. Esami del sangue e delle urine:
    • Profilo lipidico: per valutare il rischio cardiovascolare.
    • Glicemia e emoglobina glicata: per verificare eventuale diabete.
    • Creatinina e elettroliti: per valutare la funzione renale e individuare squilibri elettrolitici.
    • Esame delle urine: per verificare la presenza di proteine o segni di danno renale.
  3. Elettrocardiogramma (ECG):
    Indispensabile per rilevare anomalie cardiache, come ipertrofia ventricolare, che può essere una conseguenza dell’ipertensione cronica.
  4. Ecocardiogramma:
    Per valutare lo stato delle strutture cardiache e la funzionalità del cuore.
  5. Ecografia renale:
    Indicata se si sospetta un’ipertensione secondaria causata da patologie renali.
  6. Altri esami specialistici:
    In caso di sospetto iperaldosteronismo, feocromocitoma o altre cause endocrine, possono essere richiesti test ormonali specifici.

Come affrontare l’ipertensione

La gestione dell’ipertensione richiede un approccio integrato, che combina modifiche dello stile di vita e, se necessario, terapie farmacologiche.

Stile di vita

  • Dieta equilibrata: riduzione del consumo di sale (meno di 5 g al giorno), aumento dell’assunzione di frutta, verdura, legumi e cereali integrali.
  • Controllo del peso: il sovrappeso e l’obesità sono correlati all’aumento della pressione arteriosa.
  • Attività fisica: esercizio aerobico regolare (almeno 150 minuti a settimana) contribuisce a ridurre la pressione.
  • Limitare alcol e fumo: entrambi sono fattori aggravanti.

Prevenzione e controllo

Monitorare la pressione arteriosa regolarmente, seguire una dieta sana e mantenere uno stile di vita attivo sono le chiavi per prevenire l’ipertensione o gestirla efficacemente. Un dialogo costante con il proprio medico è essenziale per personalizzare il trattamento e proteggere la propria salute a lungo termine.

Articolo a cura di:

Daniela Zepponi

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