Kinesiterapia: differenze e benefici tra approccio attivo e passivo

Ultimo aggiornamento: 20/08/2024

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La kinesiterapia, o terapia del movimento, è una disciplina della fisioterapia che utilizza esercizi fisici per migliorare la funzionalità muscolo-scheletrica, ridurre il dolore e promuovere il recupero. Esistono due principali approcci alla kinesiterapia: attivo e passivo. Comprendere le differenze e i benefici di ciascuno è fondamentale per scegliere il trattamento più adatto alle esigenze del paziente.

 Cos’è la Kinesiterapia?

La kinesiterapia si basa sull’utilizzo del movimento per trattare e prevenire le disfunzioni del sistema muscolo-scheletrico. Questo può includere esercizi di rafforzamento, stretching, mobilizzazione articolare e tecniche di rilassamento. L’obiettivo è migliorare la mobilità, la forza, la resistenza e la coordinazione del paziente.

 Approccio attivo nella Kinesiterapia

L’approccio attivo richiede la partecipazione attiva del paziente durante il trattamento. Gli esercizi sono eseguiti volontariamente dal paziente sotto la supervisione di un fisioterapista. Gli obiettivi principali dell’approccio attivo includono:

  • – Rafforzamento muscolare: esercizi mirati a rafforzare i muscoli deboli e migliorare la stabilità articolare.
  • – Miglioramento della mobilità: esercizi di stretching e mobilizzazione per aumentare la flessibilità e la gamma di movimento.
  • – Coordinazione e propriocezione: esercizi che migliorano l’equilibrio e la consapevolezza del corpo nello spazio.
  • – Prevenzione delle recidive: programmi di esercizi per mantenere i risultati raggiunti e prevenire future lesioni.

 Benefici dell’approccio attivo

L’approccio attivo ha numerosi benefici, tra cui:

  • – Autonomia del Paziente: favorisce l’indipendenza e l’autogestione del paziente nel processo di recupero.
  • – Miglioramento della funzionalità: aumenta la forza, la resistenza e la flessibilità, migliorando la capacità del paziente di svolgere le attività quotidiane.
  • – Prevenzione delle complicazioni: riduce il rischio di atrofia muscolare e rigidità articolare.

 Approccio passivo nella Kinesiterapia

L’approccio passivo, invece, implica che il fisioterapista esegua le manovre sul paziente, che rimane passivo durante il trattamento. Le tecniche includono:

  • – Mobilizzazioni articolari: movimenti passivi delle articolazioni per migliorare la mobilità e ridurre il dolore.
  • – Massoterapia: tecniche di massaggio per rilassare i muscoli, ridurre le tensioni e migliorare la circolazione.
  • – Stretching passivo: allungamento dei muscoli senza la partecipazione attiva del paziente.
  • – Elettroterapia e termoterapia: utilizzo di stimolazione elettrica o applicazioni di calore/freddo per ridurre il dolore e l’infiammazione.

 Benefici dell’approccio passivo

L’approccio passivo offre diversi benefici, tra cui:

  • – Riduzione del dolore: tecniche che alleviano il dolore e l’infiammazione in modo rapido ed efficace.
  • – Rilassamento muscolare: aiuta a ridurre la tensione muscolare e lo stress.
  • – Preparazione all’esercizio attivo: migliora la mobilità e riduce il dolore, preparando il paziente per l’approccio attivo.

La kinesiterapia è una componente fondamentale della riabilitazione fisica, con approcci attivi e passivi che offrono diversi benefici a seconda delle esigenze del paziente. Un trattamento personalizzato e bilanciato può migliorare significativamente la funzionalità muscolo-scheletrica e la qualità della vita.

Articolo a cura di:

Daniela Zepponi

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