Embolia: cos’è e cosa la causa?

Ultimo aggiornamento: 23/12/2024

L’embolia è una condizione medica potenzialmente grave che si verifica quando una massa insolubile, come un coagulo di sangue, una bolla d’aria o una goccia di grasso, si muove attraverso il flusso sanguigno e blocca un’arteria. Questo blocco interrompe il flusso di sangue e ossigeno verso i tessuti a valle, causando danni gravi o, in alcuni casi, fatali. Comprendere cos’è l’embolia e quali sono le sue cause è essenziale per prevenirla e intervenire tempestivamente.

Cos’è l’embolia?

In condizioni normali, il sangue scorre liberamente attraverso i vasi sanguigni, trasportando ossigeno e nutrienti ai tessuti. Un’embolia si verifica quando un corpo estraneo, chiamato embolo, viaggia attraverso il sistema circolatorio e si ferma in un’arteria o una vena, impedendo la circolazione.

Gli emboli possono avere origini diverse, e il tipo più comune è rappresentato dai trombi, cioè coaguli di sangue che si formano in una parte del corpo e si staccano per viaggiare altrove. Tuttavia, ci sono anche altre forme di embolia:

  • Embolia gassosa: causata dalla presenza di bolle d’aria o di gas nel flusso sanguigno, spesso dovuta a traumi o immersioni subacquee.
  • Embolia grassa: derivante dal rilascio di particelle di grasso, spesso a seguito di fratture ossee o interventi chirurgici.
  • Embolia amniotica: una rara complicanza ostetrica in cui il liquido amniotico entra nel flusso sanguigno materno.

Cosa causa l’embolia?

Le cause dell’embolia variano a seconda del tipo di embolo.

  1. Coaguli di sangue (tromboembolia)
    • Trombosi venosa profonda: un coagulo che si forma nelle vene profonde, spesso delle gambe, può staccarsi e causare un’embolia polmonare.
    • Fibrillazione atriale: un’irregolarità del battito cardiaco che favorisce la formazione di coaguli nel cuore, che possono poi viaggiare verso il cervello (provocando un ictus) o altre parti del corpo.
  2. Bolle d’aria (embolia gassosa)
    • Procedure mediche: errori nell’inserimento di cateteri o durante trasfusioni di sangue.
    • Malattia da decompressione: nei subacquei, causata da una risalita troppo rapida che genera bolle di azoto nel sangue.
  3. Particelle di grasso (embolia grassa)
    • Fratture di ossa lunghe, come il femore, che rilasciano grasso nel flusso sanguigno.
    • Chirurgia ortopedica o traumi gravi.
  4. Liquido amniotico (embolia amniotica)
    • Durante il travaglio o il parto, il liquido amniotico può entrare nei vasi sanguigni materni, scatenando una reazione grave e improvvisa.

Quali sono i sintomi?

I sintomi di un’embolia dipendono dalla zona colpita:

  • Embolia polmonare: dolore toracico, difficoltà respiratorie, tosse (talvolta con sangue), tachicardia.
  • Embolia cerebrale: sintomi simili a quelli di un ictus, come perdita di forza in un lato del corpo, difficoltà a parlare, confusione, o perdita di coscienza.
  • Embolia arteriosa periferica: dolore improvviso, pallore o freddo in un arto.
  • Embolia amniotica: collasso cardio-respiratorio e coagulopatia materna, spesso fatale se non trattata immediatamente.

Diagnosi e trattamento

La diagnosi di un’embolia richiede una combinazione di valutazione clinica, esami del sangue e imaging, come ecografie, TC o risonanza magnetica.

Il trattamento varia a seconda della causa e della posizione:

  • Farmaci anticoagulanti o trombolitici: per dissolvere i coaguli di sangue.
  • Interventi chirurgici o cateteri: per rimuovere l’embolo.
  • Ossigenoterapia: per migliorare la respirazione, specialmente nelle embolie polmonari o gassose.

Prevenzione dell’embolia

La prevenzione è fondamentale e include:

  • L’uso di farmaci anticoagulanti per chi è a rischio di trombosi.
  • Compressione elastica delle gambe e movimento regolare per chi viaggia a lungo o è costretto a letto.
  • Evitare risalite rapide durante immersioni subacquee.

L’embolia è una condizione grave che richiede attenzione medica immediata. Riconoscere i sintomi e intervenire rapidamente può fare la differenza tra la vita e la morte. Una buona prevenzione e il controllo dei fattori di rischio rappresentano le armi migliori per evitare complicazioni legate a questa patologia.

Articolo a cura di:

Daniela Zepponi

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